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Il Conclave: il processo che porterà a un nuovo Papa

Il Conclave è il processo che porta all'elezione del nuovo Papa.

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Il 21 Aprile alle 7.35 Papa Francesco ci ha lasciati. Ha inizio così un lungo percorso per salutare il Papa e giungere al Conclave, che porterà all’elezione di un suo successore.

La Sede Vacante, è il periodo in cui, dopo la morte o la rinuncia del Papa, la Sede Apostolica si trova senza un Pontefice. In questo caso l’amministrazione passa temporaneamente al Collegio dei Cardinali, che si occupa di amministrazione ordinaria e di organizzare i funerali.

 Intanto il Camerlengo, attualmente il Cardinale Kevin Joseph Farrell, dopo aver dichiarato il decesso, sigilla l’appartamento papale per custodirne i documenti presenti, e distrugge l’Anello del Pescatore, raffigurante San Pietro che getta una rete, usato fino all’Ottocento dalla Chiesa per sigillare i documenti. Segue anche la distruzione del timbro rosso, il Sigillo di Piombo

Prima: funerali e Novendiali

Accertata la morte del Pontefice, la sua salma viene trasportata nella Cappella Paolina, dove è vestita secondo tradizione con il palio di lana bianca con croci nere, casula rossa e mitria bianca. Successivamente le esequie vengono esposte nella Basilica di San Pietro, dove sarà celebrato il rito funebre.

La sepoltura su richiesta del Papa, in questo caso, avverrà nella Basilica di Santa Maria Maggiore. A seguire, nei Novendiali, 9 giorni di lutto, si celebrano messe e preghiere in onore del defunto Pontefice.

Il Conclave 

Il Conclave è il processo che porta all’elezione di un nuovo Papa.  Deriva dal latino cum clave, letteralmente “con chiave”, indicando il carattere delle elezioni, svolte nel massimo riserbo, imponendo ai cardinali elettori la clausura nella Cappella Sistina.

 Il primo Conclave della storia avvenne nel 1270, a un anno dalla morte di Papa Clemente IV. I cardinali non avevano ancora scelto il successore e il popolo li rinchiuse in una sala del Palazzo Papale per fargli prendere una decisione. Fu eletto Papa Gregorio X, che istituì questo processo tra le prassi della Chiesa per secoli successivi. Tutt’oggi il Conclave, anche se mutato in alcune caratteristiche, conserva ancora la sua forma originale.

Deve avere inizio entro i 15-20 giorni dalla morte o rinuncia del Papa, e possono parteciparvi i cardinali elettori del Collegio cardinalizio, che non abbiano compiuto gli 80 anni di vita. Quest’anno gli elettori saranno 138, provenienti da diverse nazioni. Al comando “extra omnes” (fuori tutti), i cardinali si rinchiudono nella Cappella Sistina, senza interferenze dall’esterno, e chiedono allo Spirito Santo di aiutarli nella scelta del Pontefice. 

Gli scrutini

Le votazioni avvengono secondo norme scritte nella Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis. Ogni cardinale riceve una scheda, dove scrive il nome del candidato scelto, la porta all’altare verso l’urna e, pronunciando giuramento, la infilza con un filo di seta, per garantire ordine nelle votazioni e una certa solennità. Si svolgono quattro votazioni al giorno, due di mattina e due di pomeriggio. Per essere eletto, un candidato deve ricevere i due terzi dei voti dei cardinali presenti. Se dopo 33 o 34 scrutini non è ancora stata raggiunta la maggioranza qualificata, vanno al ballottaggio i due cardinali più votati. Al termine, per non lasciar alcuna traccia delle elezioni, le schede vengono bruciate con diverse sostanze chimiche, in base al colore che devono assumere. 

Se l’esito delle urne ha declamato un nuovo Pontefice, dal comignolo della Cappella Sistina fuoriuscirà una fumata bianca; al contrario, se l’esito sarà nullo, sarà una fumata nera ad avvisare il popolo.

L’ufficializzazione del prescelto dopo il Conclave 

Quando dalle votazioni viene eletto un candidato che deve aver raggiunto i voti dei due terzi dei votanti, viene chiesto all’eletto se vuole assumere l’incarico. E, in caso accettasse, deve decidere il nome pontificale con cui vuole essere nominato. Dopodiché, il nuovo Papa indossa per la prima volta l’abito bianco papale, nella cosiddetta “Stanza delle lacrime”, chiamata così per l’emozione che suscita il momento.

Infine, dal balcone della Basilica di San Pietro, il cardinale protodiacono rivolgendosi ai fedeli pronuncia ” Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam!”, seguito dalla prima benedizione del Papa “Urbi et Orbi”.

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