Il 26 Aprile del 121 d.C. nasceva Marco Aurelio, imperatore e filosofo romano, che si distinse dagli altri per le sue riforme, il suo modo di governare, il suo pensiero, che lo portò ad essere uno dei massimi esponenti dello stoicismo e anche uno tra gli ultimi imperatori di un impero romano d’Occidente fiorente, poco prima del declino.
Marco Aurelio: l’imperatore adottivo
Marco Aurelio nasce nel 121 d.c. a Roma, da Marco Annio Vero e Domizia Lucilla; una famiglia benestante, che vanta discendenze da Numa Pompilio, e ruoli da nell’amministrazione romana: il nonno era stato console e il bisnonno senatore.
Alla morte del padre, Marco Aurelio si trasferisce dal nonno, anche lui di nome Marco Annio Vero. Nella sua infanzia, si dedica agli studi del latino e del greco, delle scienze giuridiche, e della filosofia, e da quest’ultima rimarrà altamente colpito.
Improvvisamente, il successore dell’imperatore Adriano muore. Al suo posto viene nominato Antonino Pio, ma ad una sola condizione, che adottasse come suoi successori Marco Aurelio e Lucio Vero, figlio del successore di Adriano, morto.
In poco tempo Marco Aurelio accede a tutti i privilegi della corte imperiale, senza esserne però molto entusiasta. Infatti, non aveva brame di potere. Nel 139 d.c. assume il nome di Cesare, e inizia la sua carriera politica facendo il console tra il 140 e il 145 d.c..
Si sposa per amore, con Faustina, figlia di Antonino Pio. Da questa unione nasceranno ben 13 figli. Nel 146 d.C.assume la potestà tribunizia, creata da Augusto per avere potere sulle decisioni del Senato senza dare agli altri l’impressione di agire come re o imperatori, e l’imperio proconsolare, come governatore delle province.
Nel 161 d.C., alla morte di Antonino Pio, Marco Aurelio insiste con il Senato, per salire al potere con suo “fratello” Lucio Vero. Per la prima volta due imperatori governano insieme: nasce così la diarchia. Ma il loro impero affronta molti ostacoli.
Le guerre e le rivolte
Le prime guerre affrontate dai due imperatori furono contro i Parti, che stavano sconfiggendo le truppe romane in Cappadocia e in Siria. Lucio Vero, arrivato in Oriente, con il suo esercito riconquista l’Armenia nel 163 d.c e giunge fino in Mesopotamia, ponendo fine agli scontri, ma portando da essi la peste, che di ritorno, nel 166 d.C. si diffonde per tutto l’impero.
Un’altra minaccia sono le popolazioni germaniche dei Quadi e dei Marcomanni, che avanzano sul confine del Danubio e riescono a superare le Alpi giungendo in Veneto, assediando Aquileia. Nel 169 d.C. muore Lucio Vero. Marco Aurelio continua da solo nel suo ruolo di imperatore. Rifornisce l’esercito romano, arruolando schiavi e gladiatori per contrastare le truppe germaniche, che si spostano a Carnuto dove tra il 171 e il 172 d.C. vengono sconfitti prima i Quadi e poi i Marcomanni.
I Marcomanni non si arrendono e si battono con l’imperatore a Sirmio. Intanto, avvengono rivolte in Egitto e in Spagna.
Tra il 175 e il 176 d.C. la moglie dell’imperatore Faustina, in Oriente, muore.
Nel 177 d.C. suo figlio Commodo entra a far parte delle sfere di comando, una delle scelte peggiori per l’impero. Sul campo di battaglia contro i Marcomanni, Marco Aurelio contrae peste, che lo porterà alla morte.
Marco Aurelio e il suo modo di governare
Marco Aurelio è stato tra gli ultimi imperatori considerati “buoni“. Grazie ai suoi studi e alla sua indole per la filosofia, era molto riflessivo, clemente, meritocratico, e tentava di diminuire le distanze sociali. Non cercava successo, e il potere che l’essere imperatore conferiva per lui era un un impegno morale verso il popolo, più che un privilegio.
Per questo, durante la sua carica portò alcune modifiche al sistema romano seguendo i suoi ideali di un mondo corretto per tutti:
- Offrì a chiunque se lo meritasse, tranne agli schiavi, senza tener conto della classi sociali, incarichi e privilegi pubblici, cercando così di alleggerire le disparità donando a tutti, e non solo ai nobili, la possibilità di farsi valere.
- Per far rientrare i soldi dell’impero, ridusse gli spettacoli pubblici nonché lo stipendio destinato ai lavoratori delle scuole gladiatorie
- Per le decisioni, non agisce da solo, ma consultava il Senato, incoraggiando un clima di collaborazione.
- Fa entrare nell’esercito molti gladiatori, liberandoli dalla schiavitù. Governa senza usare la forza, o inducendo alla paura.
- Istituisce l’anagrafe, dove entro trenta giorni dalla nascita, ogni bambino doveva essere registrato .
- Vieta i processi pubblici senza la presenza di prove certe.
- Esclude i senatori dalle condanne capitali
- Investe i soldi nel miglioramento della rete stradale e per creare accampamenti.
- Proibisce la tortura per tutti i cittadini liberi e diminuisce la quantità di reati richiedenti una pena severa.
- Si interessa particolarmente agli schiavi, impegnandosi a garantirgli la possibilità di guadagnarsi la libertà in caso il loro padrone gliela volesse restituire.
- Vieta anche l’uso degli schiavi per le lotte in arena.
Marco Aurelio filosofo
Lo stoicismo nasce ad Atene nel 300 a.C. da Zenone di Cizio. Insieme all’epicureismo, antenato dell’ateismo, e lo scetticismo è una delle principali correnti filosofiche dell’età ellenistica. Rappresenta un tentativo dell’uomo di dare risposte ai suoi dubbi esistenziali affidandosi alla ragione, reprimendo le passioni.
Marco Aurelio studia la letteratura greca e latina e la filosofia, tra i suoi maestri, filosofi, come Giunio Rustico, che lo introduce negli scritti di Epitteto e Seneca, che portarono lo stoicismo nel territorio romano. Marco Aurelio si appassiona a questa corrente di pensiero che lo accompagnerà per tutta la vita e nel suo governo: lo stoicismo.

Gli stoici credevano nel fato, un ordine universale, che governa la vita degli uomini. Sceglie gli eventi che devono vivere ed è imprescindibile. L’uomo deve accettare di non poter controllarlo e tramite l’Apatheia, imperturbabilità d’animo, capisce di poter solo scegliere la sua reazione ad esso, questa consapevolezza migliora già la sua condizione.
Lo stoico è in cerca della felicità, che ottiene con la pratica della virtù.
La virtù è la capacità di agire secondo principi morali ed è formata da vari elementi:
La saggezza, l’uomo deve prendere decisioni basandosi sulla ragione, unico strumento imparziale.
La giustizia, che promuove il vivere sereni in una comunità, senza creare danni all’altro.
Il coraggio, aiutante dell’uomo, per superare le difficoltà della vita.
La temperanza, che serve per reprimere le passioni, sentimenti fini a se stessi e maligni, nemici della ragione.
Tutto questo per giungere all‘atarassia, una tranquillità d’animo libera dalle passioni, che solo l’accettare gli eventi che non si possono controllare può instaurare.
Le meditazioni
Marco Aurelio è considerato uno dei massimi esponenti dello stoicismo, la sua opera più famosa è “Le meditazioni”, una raccolta dei suoi pensieri scritti in campagna militare, che non erano destinati a pubblicazione. Nell’opera composta da 12 libri, affronta i principi fondamentali stoici, la virtù, il controllo delle emozioni, ma espone anche i suoi pensieri sulla natura della vita, sulla sua impermanenza e sull’accettazione della morte, che la spinge a vivere al massimo. Inoltre si affida alla resilienza per superare le avversità del mondo e migliorare ogni giorno se stessi. Esprime la necessità di essere grati per quello che si ha invece di cercare altrove, di vivere il presente, perchè è l’unico che si può vivere, la possibilità in base alle nostre reazioni di trasformare gli ostacoli, cercando in se stessi la felicità.
“Se sei afflitto da qualche causa esterna, non è questa ciò che ti molesta veramente, ma il giudizio che ne dai, e questo sì, puoi annullarlo immediatamente”. (Libro VIII, 47)
La statua di Marco Aurelio

La statua equestre di Marco Aurelio è risalente al II sec. D.c., ed è tra le poche statue bronzee ad essere arrivata ad oggi, poiché nell’antichità queste statue venivano sciolte per ricavarne altro. Raffigura l’imperatore mentre saluta, a cavallo, e fu creata per celebrare il suo trionfo sulle truppe germaniche. Si trova attualmente ai Musei Capitolini.
Marco Aurelio, suo figlio e lo schermo
Marco Aurelio è stato anche citato nel mondo della cinepresa, ecco alcuni esempi:
La caduta dell’impero romano (1964)
Questo film con Sophia Loren, Stephen Boyd e Alec Guinness, racconta dell’ascesa al potere di Commodo figlio di Marco Aurelio dopo aver avvelenato il padre ponendo fine all’impero romano d’Occidente.
Il gladiatore (2000)
In questo film campione d’incassi, Richard Harris interpreta Marco Aurelio. Nella trama, Massimo Decimo Meridio ex-generale romano ormai in schiavitù che si vulle vendicare contro l’imperatore Commodo.
L’Impero romano (2016–2019)
Questa serie Netflix, documenta le vite degli imperatori romani tra cui Marco Aurelio. Nella prima stagione viene raccontata l’ascesa di Commodo su Roma e la fine dell’impero romano d’Occidente.
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